ABANDA2021

ESPOSIZIONE GENERALE - VILLA VERDE (OR)
30 Ottobre - 28 Novembre 2021

Inaugurazione 30 Ottobre 2021 – ore 16.00
Esposizione generale:
Villa Verde -Centro di Produzione culturale "Move the Box"
Via Indipendenza 1

Altre località espositive:
Assolo Casa Fanari
Gonnosnò Museo della Civiltà Contadina
Usellus Casa Biblioteca Comunale
Sini Piazza Eleonora d’Arborea

La rassegna A.Banda 2021 riparte, portando nel cuore della Marmilla l’esposizione dei lavori di 55 fotografi sardi. Una mostra imponente dove si possono ammirare circa 750 fotografie di autori contemporanei di origine o approdo in Sardegna.
L’esposizione generale è organizzata dall'Associazione culturale Su Palatu_Fotografia in collaborazione il Consorzio Due Giare, il Comune di Assolo, il Comune di Gonnosnò, il Comune di Sini, il Comune di Usellus, il Comune di Villa Verde, da Vigne Surrau e dalla Soter editrice.

L’evento è accompagnato da un ampio catalogo edito dalla Soter editrice.


AUTORI

MARIO ARCA
Paesaggi della Sardegna
Attraverso una selezione d’archivio di stampe a colori il fotografo propone uno sguardo fuori moda sulla Sardegna, controcorrente, rispetto all’immagine turistica che ancora resiste nello stereotipo del consumatore di luoghi dell’isola.

BIO
Nato a Villanova Monteleone (SS) nel 1960. Fotografo e appassionato di tradizioni popolari. Dal 2000 ha cominciato a lavorare a progetti collettivi sul paesaggio producendo immagini dai colori morbidi. Non ha mai fotografato fuori dall’isola. Ha esposto in diverse città della Sardegna, in Inghilterra e in Germania.


PIETRO BASOCCU
D10-D11 Storia di Gianmarco
Le immagini raccontano la storia quotidiana di Giammarco, un giovane uomo di trentasette anni, appassionato calciatore, sposato e padre di due figli di sette e un anno, che una sera di novembre del 2006, mentre lavora in cantiere, rimane schiacciato sotto il peso di un cancello di seicento chili. Non camminerà più, ma riuscirà a calcare il palcoscenico della vita in maniera piena, ricca di coraggio, impegno e gioia, come testimonia Alex Zanardi che scrive la prefazione del catalogo.

BIO
Medico pediatra nato a Villagrande Strisaili, vive e lavora in Ogliastra. Ha pubblicato diverse monografie fotografiche: nel 2015 il volume Fioridicarta; nel 2016 Captivi; nel 2017 Rosa rosae. Affetti contemporanei; nel 2018 D-dieci D-undici. Storia di Giammarco e Nel labirinto della vita; nel 2019, insieme a Giacomo Mameli, Centenari e nel 2020 A casa di Lola. Sulle tracce di Maria Lai.


ALESSANDRO CANI
EFISIANI
EFISIANI è un piccolo estratto da un progetto fotografico di più ampio respiro iniziato nel 2007, incentrato sul culto di Sant’Efisio. È il “progetto della vita”, nel senso che mi accompagna ecresce di pari passo con le mie conoscenze del fotografico. Tutto ciò che apprendo e che sperimento si riflette immancabilmente nelle immagini che produco, sia sotto il punto di vista tecnico-formale che quello simbolico-funzionale…

BIO
È nato a Cagliari nel 1974. Lavora a Milano come Vigile del Fuoco. Si interessa di fotografia dal 2002, nel 2005 passa alla reflex digitale. Autodidatta, pone al centro di un percorso di ricerca personale le relazioni sociali. Matura esperienza nel reportage: processioni, sagre, convegni, eventi sportivi e spettacoli in genere; collabora con vari studi grafici e case editrici. È fotografo dei festival letterari “Marina Cafè Noir” (Chourmo), ”Èntula” (Lìberos), “I Boreali” (Iperborea). È stato fotografo di scena in varie produzioni di Sardegnateatro.


TIZIANO CANU
Racconto Fotografico
Racconto del personale approccio fotografico in varie location. Immagini realizzate tra il 2012 e il 2019.

BIO
Fotografo professionista dal 1991: iscritto alla C.C.I.A.A. di Sassari e all’Albo Artigiani. Attività prevalentemente svolta nel settore dell’arredamento e dell’architettura, per case editrici nazionali, regionali o per committenza privata; nel settore turistico per compagnie alberghiere, singoli hotels e agenzie immobiliari; nei reportages geografici per documentazione di luoghi, tradizioni e prodotti tipici; per redazionali su riviste nazionali.


MARCO CERAGLIA
Il Ritratto di Gruppo più Grande del Mondo
Il 4 agosto 2018 nella piazza centrale del paese di Banari, una comunità unita, accettando questo progetto di arte partecipata, come azione di denuncia e a contrasto contro lo spopolamento, offriva il proprio contributo posando per una fotografia di ritratto collettivo da consegnare alla storia. Un minuto dopo, in un secondo fotogramma, cambiando registro, la folla nascondeva il proprio viso, celando la propria identità con un grande numero rosso preso a caso tra 570 disponibili (il numero di iscritti all’anagrafe del paese in quel momento). Prendeva così vita un’altra immagine, formata da numeri inanimati, una comunità negata.

BIO
È nato a Roma nel 1960 e vive a Sassari. Si forma come fotografo ed è professionista dal 1984. Oggi si definisce un post fotografo e si occupa anche di visual-art design. Ha ottenuto diversi riconoscimenti anche internazionali, sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private. Ha pubblicato diversi libri ed Edizioni d’arte, realizzato mostre personali e collettive a Madrid, Barcellona, Milano, Torino, Venezia, Genova, Cagliari e Sassari.


GUGLIELMO CHERCHI
La Lingua
La Lingua nasce dal desiderio di stabilire un rapporto con una realtà abitativa al di fuori della legge, un’enclave di campagna inserita all’interno di un contesto cittadino. Il quartiere di Medau Su Cramu (Cagliari) sorge su una lingua di terra (denominata Is Arenas) che separa le vasche di cristallizzazione delle ex Saline di Stato dallo stagno di Molentargius. Si insinua letteralmente all’interno di una delle aree umide più importanti d’Europa, identificata e protetta con l’istituzione di un parco naturale. La presenza antropica in un ecosistema estremamente fragile ha creato un dualismo sospeso fra la ruralità e l’esotismo urbano. Il quartiere e la vita stessa di chi lo abita sono segnati dalla precarietà.

BIO
Nato a Cagliari nel 1987. Dopo una laurea in lingue straniere e una serie di lavori è riapprodato alla fotografia. Terminato un periodo di stage comincia a collaborare con Studio Vetroblu, a Cagliari, sotto la guida di Stefano Ferrando e Carla Canetto. Ricerca il rapporto fra essere umano e territorio, focalizzandosi sul concetto dell’abitare. Pratica orientata alla mappatura di luoghi e spazi circoscritti, per trovare una coerenza visiva in luoghi marginali e tendenzialmente disordinati, sui quali la mano dell’uomo ha inciso tanto quanto l’ambiente.


GIANLUCA CHIAI
Resilienza
RESILIERE è un positivo modo dell’essere, un percorso, è l’ordinare le forze nutrendo i fili che si ispessiscono e ci legano al mondo, in armonia. Resilienza è opporre al vuoto il suo opposto: la rassicurante compostezza ordinatrice del Kosmos. Resilienza è tendere verso l‘alto, verso la vita, verso la luce, verso la bellezza. Resalio, resalio et resalio.

BIO
Nasce a Lanusei nel 1974, vive in Ogliastra dove lavora come consulente e commerciante nel settore agropastorale. Appassionato di fotografia di paesaggio e reportage ha iniziato a scattare vent’anni fa per spirito di libertà e di ricerca. Esplora assiduamente, nei suoi aspetti naturalistici e socioeconomici, il variegato territorio dove abita. 


ANDREA COCCO
Nosu biveus po lassai arrastu
La Laguna di Santa Gilla, per estensione e rilevanza della biodiversità una delle più importanti aree umide d’Europa. Quest’area ha subito l’avanzata dell’industria. Le storie di Francesco, Davide e Tarcisio rappresentano migliaia di agricoltori, allevatori e pescatori sardi che, pur fronteggiando difficoltà, lavorano duro quotidianamente mantenendo vivo un settore che per secoli è stato il motore trainante dell’economia isolana. Nosu biveus po lassai arrastu è l’esplorazione di un mondo arcaico, ricco di storia e tradizione, attraverso una fotografia nostalgica e poetica, con l’obiettivo di salvaguardare quel sentimento del ricordo, capace di produrre una tensione emozionale tra presente e passato.

BIO
È nato e cresciuto a Cagliari e dal 2013 vive e lavora in Inghilterra. Si è avvicinato al mondo della fotografia una decina di anni fa durante un viaggio a Venezia e da allora non ha più smesso di fotografare. Nel 2019 ha frequentato la British Academy of Photography di Manchester per migliorare le sue capacità fotografiche e mettere le basi per intraprendere una carriera da fotografo professionista. Appassionato di reportage, si occupa principalmente di fotografia documentarista, orientata al sociale.


FRANCESCA CORRIGA
Rapide Fughe
...Un mondo scosso in bianco e nero, uno spazio trivalente di cielo, terra e acqua popolato da esseri trasfigurati in pensieri. La memoria spesso, come si suol dire, “gioca brutti scherzi” e ci porta a credere di essere stati in un luogo o, al contrario, di non aver vissuto determinate situazioni delle quali fummo spettatori. Il lavoro di Francesca Corriga sembra proprio voler esplicare questa sensazione di spaesamento in cui un singolo frame o una sequenza di immagini ci obbligano a uno sforzo che distingua la realtà dal sogno... [dal testo della mostra, a cura dell’Ass. Madriche, tenuta al TEN Gallery di Nuoro nel 2021]

BIO
Nasce in Sardegna, dove vive e lavora come fotografa indipendente. Si laurea in Relazioni Internazionali e Diplomazia con una tesi inerente l’installazione dei sottomarini a testata atomica nel Mar Mediterraneo e relativa ricerca presso gli Archivi di Stato USA. Nutre da sempre un particolare interesse per le tematiche ambientali e la storia. Studia fotografia in modo prevalentemente autonomo, frequenta poi l’ISFCI di Roma e diversi workshops. Il suo ultimo lavoro è stato pubblicato fra le pagine dei magazines internazionali “Fotofilmic” (JRNL5 - 2020) e “Fresh Eyes Talents” (Gup Magazine - 2021).


TERESA COSSEDDU
Algoritmo
L'orizzonte più prossimo, il noi stessi,
forse il meno esplorato,
perché le esperienze, i ricordi, la memoria
e il tempo
sono materia complessa,
la nostra Storia di rado si declina su un unico piano
impastiamo sensi e immagini
toni, luci, contrasti,
in tempi infinitesimali elaboriamo
per un eco o un riflesso
...la forma finale è il file compresso
sempre e solo un punto di noi

BIO
Calcare, granito e poi bosco. L'origine è in un'Isola, per fortuna, il mare, la pelle. Straniera, clandestina e aliena con la vocazione di cercare cose belle e di mostrarle perché serve a tutti vedere cose belle. Lontana dalla meta, coltivo tentativi di raccontare con le immagini e di fare immaginare con le parole.


FRANCESCO DE FAVERI
Distanze
Sappiamo bene come la pandemia abbia cambiato le nostre vite, le nostre abitudini. Abbiamo affrontato le nostre debolezze umane e abbiamo dovuto rivoluzionare la nostra esistenza. Da lì ho iniziato con il mio progetto: Distanze. Come fotografo del Dromos Festival 2020 - Tentazioni a distanza, ho scelto di cambiare il mio solito punto di vista. Non solo gli artisti e le loro esibizioni, ma la folla, le persone. Cercando di cogliere i loro comportamenti, le loro emozioni, la loro intimità durante i concerti, e come questa sia cambiata durante quest'anno. Con un pubblico insolito assorbito dall'oscurità, è stato possibile concentrarsi sui piccoli punti di luce. Con questi e la mia macchina fotografica, ho cercato di raccontare una storia insolita.

BIO
Nato a Oristano nel 1984. Sono laureato in Tecnologie della comunicazione all’Università degli Studi di Siena. Mi avvicino alla fotografia durante gli anni universitari e ne rimango completamente rapito. Apprendo la tecnica fotografica da autodidatta cercando di applicarvi le competenze acquisite in ambito accademico, specialmente nell'osservazione e nel storytelling. Mi iscrivo all'Associazione Culturale Fotografica Dyaphrama nel 2015 e inizio a frequentarne i numerosi workshop. Nel 2017 decido di far diventare questa mia passione il mio mestiere, sempre in questo anno inizio a collaborare con il Festival Dromos. Nel 2018 curo la mostra fotografica "Sant'Anna 'e Arriora" presso l'antica chiesa medioevale di Santa Corona a Riola Sardo. Negli anni continuo ad approfondire e ricercare. Ritengo questo mio viaggio nel mondo fotografico, un divenire che, fortunatamente, non avrà mai un capolinea.


GIULIANA DEIDDA
Il Rito di S. Benedetto
Il mercato di S. Benedetto è una struttura che è stata inaugurata a Cagliari il 1 giugno 1957, ed è il mercato più importante di tutta la Sardegna. I suoi 8000 mq di esposizione sono situati in due livelli: nel piano superiore ci sono i reparti di ortofrutta, carni, alimentari generi vari e servizi....Nel piano di sotto, occupa tutto il reparto ittico, la parte più importante, l'anima di questo mercato, avendo una caratteristica molto particolare che lo rende ancor più interessante, accogliente: il rito di urlare, recitare improvvisando delle filastrocche, con toni di voce molto alti, diventando quasi un folclore, per attirare l'attenzione del cliente promuovendo i propri prodotti locali.E' un ambiente in cui si vive un' atmosfera di tanti colori, di gioia, di tanta vita e con una forte adrenalina ...Anche tra di loro i venditori, nonostante ci sia la concorrenza, ridono e scherzano come se fossero una unica famiglia...

BIO
Deidda Giuliana nata ad Ales nel 1964, di professione commerciante. La passione per la fotografia nasce fin dall'adolescenza, ma per vari motivi non potevo approfondire a livello professionale questa passione, continuando negli anni come autodidatta. Nel 2016 frequento il mio primo corso nell'associazione fotografica Dyaphrama di Oristano, con la quale divenni anche socia. Nel 2017 divento membro della Community di Io Fotografo con la quale ottengo la qualifica di Angel Certificato.


PIERLUIGI DESSI e SONIA BORSATO
Killing me softly
Il doppio, l’ambiguo, la verità dei fatti accaduti. Questi tre elementi sono la chiave di lettura del progetto Killing Me Softly nato in occasione del festival “Florinas in giallo” nell’edizione del 2020. Scena del delitto o frammenti di intimità erotica? Esiste una verità dei fatti misurabile attraverso una fotografia? Siamo sicuri di attribuire il giusto significato alle immagini? Questo divertissement fotografico e poetico prova a mescolare le carte.

BIO
Pierluigi Dessì - Nato a Cagliari nel 1964. Fotografo, dopo la maturità artistica ha studiato fotografia, specializzandosi in fotografia pubblicitaria nel 1988. Ha insegnato per quattro anni tecniche di ripresa fotografica e tecnica di stampa presso lo IED di Cagliari. Dal 2011 fa parte del direttivo di IN/ARCH-Sardegna.
Sonia Borsato - Critica dell’arte e curatrice, attualmente docente di Storia dell'Arte Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari. Dal 2007 ha diretto Su Palatu, spazio culturale per la fotografia.


NOEMI DIDU
Stato di Natura
La natura mi ha sempre trasmesso un senso di pace e gratitudine, di rispetto quasi religioso al suo cospetto. Da poco ho ritrovato una vecchia cartella di negativi, foto scattate durante lunghe passeggiate per boschi e campagne, in luoghi e momenti diversi. Riguardavo quelle foto rileggendo Thoreau, in particolare Walden ovvero vita nei boschi, quando le fiamme hanno iniziato a divampare sul Montiferru. Le immagini degli incendi, della devastazione della natura da parte dell’uomo hanno cancellato ogni illusione di possibile armonia tra uomo e natura... Il progetto Stato di natura nasce dall’esigenza di utilizzare questo archivio fotografico per interrogarmi sul rapporto tra natura e cultura...

BIO
Nata a Cagliari nel 1982. Dopo la laurea in Beni culturali, nel 2006 si trasferisce a Parigi dove ha proseguito gli studi in Archeologia e Storia dell’arte e in seguito in Antropologia visuale a Marsiglia. Dopo essersi occupata di progetti educativi e socioculturali in diverse periferie parigine per conto di un’associazione, ha iniziato a lavorare nell’ambito della produzione teatrale. Attualmente sta preparando un dottorato di ricerca in Antropologia sociale all’Università di Aix-en-Provence/Marsiglia. Le ricerche sono centrate sull’antropologia della memoria.


MARCELLO DONGU
Turris
Il processo di trasformazione del Nord Sardegna, iniziato sul finire degli anni Cinquanta con il boom economico, ha prodotto cambiamenti importanti all’interno di un territorio in cui l’agricoltura la pastorizia e la pesca erano da sempre le fonti primarie di sostentamento. Il territorio che da sempre è stato sfruttato per l’agricoltura, viene gradualmente modificato, ettari di terreno vengono tolti alle coltivazioni e agli allevamenti, destinandoli al settore del terziario e dell’industria. Tutto ciò ha portato tantissime persone ad abbandonare le campagne e la pesca per attività di natura industriale, testimoniando gli effetti del mutamento socio-economico della regione e una perdita di identità del territorio...

BIO
Nato a Sassari nel 1973 inizia a scattare fotografie da ragazzino con la fotocamera del padre, una Olympus. Le prime foto sono dedicate al mare, principalmente su pellicole diapositive, per poi dedicarsi al folklore e alle innumerevoli feste dell’Isola. Nel 2006 completa una prima ricerca su Platamona, da cui è nata la pubblicazione “Ruderi per Platamona”. Successivamente sviluppa diversi progetti: “Conversione a Cristo”, una serie di ritratti su persone che hanno avuto la conversione a Cristo, e “Io esisto”, una ricerca sulle attuali situazioni in cui vivono i richiedenti asilo all’interno dei centri di accoglienza. Nel 2015 riprende la ricerca su Platamona portando a termine il progetto “Iridescente”, eseguito tutto su pellicola bianconero.


ANTONIO FIGONI
Covid fee - smascherati
Le foto sono state scattate da giugno 2020 ad agosto 2021 erittraggono immagini di guanti e mascherine abbandomantenell'ambiente urbano e naturale. Nella realizzazione degli scatti ho cercato di creare inquadraturetalvolta minimaliste, dove macherina o guanti sono dominano ilfotogramma, ma spesso ho cercato di creare composizioni doveil soggetto è parte di una geometria o da essa è incorniciato. Spesso il soggetto principale è accompagnato da altre tracce di inciviltà.

BIO
È nato in Sardegna nel 1973 dove vive e lavora come analista, programmatore e specialista applicativo informatico. Dal 2002 si interessa di fotogiornalismo, reportage, tematiche sociali del contemporaneo e del cinema. Dal 2015 la ricerca fotografica si è estesa all’utilizzo di droni, con il titolo di operatore e pilota professionista autorizzato dall’ENAC.


IGNAZIO FIGUS
SS 131 Km 95 direzione Cagliari - Trasporti
Un punto di vista unico e periferico sulla Carlo Felice all’altezza del bivio per la SS 388. Il flusso dei mezzi di trasporto merci che anima la superstrada sarda nei giorni lavorativi.

BIO
Nasce nel 1954 ad Uras. Insegnante di discipline tecniche, attualmente in pensione, è vice presidente dell’Associazione culturale fotografica AssoPhoto di Oristano, di cui è anche socio fondatore. Ha partecipato a workshops, mostre personali e collettive. Negli ultimi anni ha esposto al Bìfoto Fest edizione 2013; Asuni Eventi, 6 mesi di immagini e parole, 2015; Oristano,    Collettiva (P)Artigiani: resistenza alla crisi, 2015; A.Banda, edizioni 2014, 2016, 2017, 2020.


CHIARA GIOVANELLI
Lunare
Le foto parlano di un paesaggio visto in chiave surreale, ossia dal punto di vista di un “allunaggio” compiuto in terra sarda, nel profondo Sulcis, dove chi sbarca si trova davanti ad uno scenario paradossalmente più lunare di quanto si potrebbe ritrovare su un altro pianeta. La sensazione di sospensione e di straniamento, data anche dall’assenza totale di persone di cui però sono ben visibili le tracce, è volta a rivelare aspetti inediti di una realtà nota, dando però dei piccoli punti fermi: in ogni fotografia, è presente un rimando visivo che verrà ritrovato in quella successiva. La sequenzialità di lettura è importante (vedere numerazione file). Il territorio è quello che si estende tra Punta Trettu, Corongiuali e Carbonia

BIO
In arte Bizzarra, nasce a Sanremo nel 1980 e da diversi anni si divide tra il luogo di origine e il Sulcis. Fotografa, fototerapeuta e docente di fotografia, esplora le sue emozioni e le rielabora per comporre le proprie opere. La sua ricerca artistica è multimediale, con una particolare predilezione per la fotografia, il video e l’installazione. Importanti per lei, sono l’utilizzo della tridimensionalità con cui dà corpo alle sensazioni (tridimensionalità spesso utilizzata anche in un media tipicamente bidimensionale come la fotografia) e la multisensorialità. Appassionata di illustrazione, ha illustrato diversi libri per bambini.


ANTONELLO GRECO
Smartphone street view
Uno scorcio improvviso di un claustro (o “gnostra”, medesima radice dal latino claustrum, chiostro), nel centro storico di Altamura (luglio 2021) sollecita la riflessione su dove terminasse lo spazio pubblico, “comunitario”, e dove iniziasse lo spazio privato per le generazioni che si sono succedute dai secoli passati, quesito che si riflette, spesso drammaticamente, sull’oggi, all’insegna del recuperare socialità e fare comunità.

BIO
Nato a Cagliari nel 1971. Si definisce un archeologo sociale. La passione per la scrittura e la ricerca – e il lavoro di insegnante – lo hanno portato ad alternare la saggistica storica alla narrativa, nella forma di racconti, storici e contemporanei, brevi come altrettanti “scatti” sulla realtà. Visivamente cresciuto a pane e “National Geographic» osserva il mondo dalla Sardegna, la sua personale Itaca cui fare costante ritorno. Dopo aver “parcheggiato” la fotocamera a favore dello smartphone dice: «Ciò che ho perso in qualità l’ho guadagnato in immediatezza».


MAURIZIO LAI
Eterno Ritorno
L’Eterno Ritorno è un progetto che esplora il concetto della ciclicità. Nasce da una ricerca tra la fotografia d’archivio e la manipolazione del codice sorgente delle immagini digitali. L’archivio da cui sono tratte le immagini originali è il Moon Phase and Libration che fa parte del Scientific Visualization Studio della NASA. La scelta di lavorare con un archivio di immagini sulla Luna deriva dalla fascinazione per la stessa e tutto ciò che il suo immaginario culturale e ancestrale rappresenta. Se osservata dalla Terra, la Luna è illuminata dalla luce del Sole che si riflette sulla sua superficie. La luce riflessa cambia costantemente “dimensione”, determinando la transizione tra le fasi lunari che si manifestano in ciclo, una ripetizione infinita di inizio e fine senza soluzione di continuità. Le immagini originali sono frutto di un duplice processo di selezione ed elaborazione, entrambi effettuati attraverso algoritmi digitali.

BIO
Nato nel 1980, vive e lavora a Cagliari. Si occupa di grafica e comunicazione. Socio fondatore e collaboratore attivo in varie associazioni che portano avanti progetti inerenti la cultura e l’arte. Fotografo e artista autodidatta. Il processo di ricerca inizia spesso con introspezioni e riflessioni autobiografiche e si concentra su tematiche legate ai concetti dello sviluppo personale e sociale, la realtà e la finzione, il tempo e la memoria, l’immagine e la tecnologia. Sperimenta processi creativi che destabilizzano l’ordine, alla ricerca della rappresentazione visuale dell’imprevedibile. La sua pratica si muove tra la ricerca di materiale d’archivio e la produzione di immagini originali, predilige il linguaggio fotografico e il collage.


 

GIUSEPPE LOI
Rosa Beta
Il progetto sperimentale Rosa Beta pone le sue basi, avviando un processo di analisi antropologica che, nella sua stratificazione di concetti visivi e performativi, scinde in una progettualità binaria che, da un lato, mette in pratica un approccio pratico-teorico con l’azione performativa di Senza titolo (jeans) e, dall’altro, applica un criterio individuale-sociale con la sperimentazione fotografica Tecniche di seduta. Partendo dall’osservazione delle abitudini quotidiane inconsce delle persone, il progetto mira al raggiungimento di una presa di coscienza collettiva che possa rieducare gli individui all’attuazione di una nuova connessione tra individuo-spazio-natura.
Tecniche di seduta gioca sul contrasto tra realtà e finzione, mostrando una fotografia nella quale la falsità delle azioni intraprese al suo interno sviluppa ed illustra la veridicità di un momento.

BIO
È nato a Tempio Pausania nel 1994 dove vive e lavora. Ha conseguito la laurea triennale in Grafica d’Arte e Progettazione all’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari e, successivamente, la laurea specialistica in Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Tra le mostre personali ricordiamo: nel 2020, membrana a cura di Elena Calaresu, Fondazione Giuseppe Siotto, Cagliari e nel 2018, Sette giorni senza pelle a cura di Mario Saragato, MEOC, Aggius (SS).


ANDREA MACIS
Venti-Venti: come ti sequestro l’incipit
Da oltre un anno siamo in balìa di un qualcosa che sfugge alla normale vista e di cui possiamo vederne solo gli effetti. Ha cambiato la nostra vita, gli affetti, il lavoro, il relazionarsi con gli altri. Da oltre un anno ha dominato i nostri argomenti di discussione; non si è parlato più di calcio, di pioggia, di sole, di film. Siamo stati rapiti da nuove parole, inglesismi, vecchie parole rivalutate. Da oltre un anno quelle parole sono il prezzo da pagare per riavere la libertà perduta.

BIO
È nato a Cagliari nel 1970, vive a Muravera. Nei primi anni 2000, con la prima fotocamera digitale sperimenta la propria creatività misurandosi con la fotografia e approfondendone lo studio. Nel 2010 è tra i fondatori dell’Associazione    culturale “Amici della Fotografia”. Nel 2016 è tra i premiati al Bifoto di Mogoro. Nel    2017    partecipa alla rassegna A.Banda. Nel 2018 e nel 2019 video-espone i lavori "MetroZero" e "Piero e Balù" alla Pastorale del turismo che si tiene tutti gli anni a Tortolì.


FRANCESCA MACIS
Fairytales
I parchi giochi sono luoghi singolari; se durante il giorno sono spazi di incontro, di gioco e spensieratezza, la notte cambiano faccia, trasformandosi in ambienti sinistri, solitari e desolati. In “Fairytales” queste realtà convivono dando vita a un luogo fatato, abitato da creature che si muovono tra verità e finzione, tra presenza e assenza. Negli scatti il tempo viene sospeso e cancellato da un eterno presente in cui la notte è luminosa come il giorno e i movimenti diventano frammentati e simultanei.

BIO
Nata a Oristano nel 1996. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti Sassari dove si è laureata in “Nuove tecnologie dell’arte”, in seguito ha frequentato il biennio specialistico di Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Brera. Selezionata per partecipare alla 5ª Biennale dei Giovani Fotografi Italiani, ha esposto al Centro Italiano della Fotografia d’Autore. I suoi lavori sono stati mostrati all’interno di Centrale Festival 11, al MiBACT di Sassari, al MEOC di Aggius, al Charta Festival di Roma e all’interno della rassegna CineMartis, di cui ha vinto la prima edizione.


SILVANO MARCIAS
Stessa spiaggia stesso…luogo
Soggettivamente la parola Luogo ci dice che i luoghi non sono emotivamente neutri, ma sono oggetto di sentimenti umani che danno agli stessi una personalità e permettono all’uomo di sviluppare un senso del Luogo. Pensiamo a chi prova simpatia per un Luogo, chi torna nel suo Luogo perché si sente protetto o chi lo abbandona perché trova il Luogo opprimente. Lo stesso Luogo può possedere significati diversi per chi lo vive dall’interno e per chi lo vive dall’esterno: i valori soggettivi dei Luoghi permettono di affrontare il problema della loro scala, poiché la dimensione del valore del Luogo è variabile e dipende dall’orizzonte valoriale del soggetto...

BIO
È nato ad Uras nel 1956. Il fascino della luce comincia negli anni Sessanta nelle cabine di proiezione del cinema del paese dove il padre faceva il proiezionista. E da grande si concentra sulla fotografia. Predilige le fotografie di strada e il reportage sociale. Ha frequentato vari workshop, presso il Bifoto di Mogoro e l’associazione Argonauti di Olbia. Ha esposto al Festival della Fotografia “Storie di un Attimo” 2019 di Olbia.


BEATRICE MARINONI
On the shores
On the shores è un progetto fotografico nato per caso nel 2020 e durato per circa un anno. Undici scatti fotografici e un collage si susseguono sulle note dell'album The Virgin Suicides degli Air, colonna sonora del quasi omonimo film Il Giardino delle Vergini Suicide di Sofia Coppola. Note malinconiche e sensuali, suoni distorti per quello che è a tutti gli effetti un diario (fotografico); l'intimità racchiusa nelle quattro mura domestiche. On the shores significa letteralmente Sulle rive, rive in questo caso intese come confini tra sogno e realtà, come limiti posti alla libertà, rive come margini del mio corpo. La serie fotografica si conclude con un collage analogico realizzato nell'arco dello stesso periodo, estrappolato dalla serie Stato di necessita in cui il mio corpo, privo di libertà nello spazio, si spezza e riassembla.

BIO
È nata in Ogliastra nel 1989. A dieci anni riceve in regalo la sua prima macchina fotografica. Consegue il diploma artistico nel 2009, successivamente frequenta per due mesi l’Istituto Italiano di Fotografia a Milano. Pochi anni dopo riprende a fotografare e si appassiona alla street photography. Nel 2015 frequenta al Polimoda di Firenze il corso di Visual merchandising.


CATERINA MATTANA
Mutamenti Visivi
Per un anno, a intervalli di due mesi, ho fotografato lo stesso campo visivo, la stessa porzione di territorio, sempre dalla medesima postazione. Ho cercato di raccontare la mutevolezza della natura in relazione alla staticità del terreno, una danza dinamica intorno a un sistema fermo, un “gioco” continuo con e senza l’intervento umano. La natura varia i suoi colori, le sue forme e le sue offerte, adattandosi ai cambiamenti climatici e ambientali, intrecciando i suoi giorni con quelli della vita dell’uomo, le sue stagioni con l’eternità del tempo.

BIO
È nata e vive ad Abbasanta, nel centro Sardegna. Da sempre coltiva la passione per la fotografia, ricevendo alcuni premi e riconoscimenti. Ha realizzato due mostre personali a Ghilarza (nell’ambito dell’annuale manifestazione “Muristenes in beranu”) e ha partecipato a mostre collettive in diverse località. Ha esposto nelle edizioni A.Banda del 2014 e del 2020. Sue fotografie sono presenti in varie pubblicazioni a tema documentale e fotografico.


ALBERTO MELIS
Finestre sulla Pioggia. Omaggio ad Edward Hopper
È un progetto di foto street che indaga sulla solitudine e l’incomunicabilità nei grandi centri urbani, restituendo frammenti di passaggio sui mezzi pubblici nei giorni di pioggia, quando sottili trame d’acqua appannano i vetri e inducono maggiormente alla consapevolezza della separazione dagli altri e alla malinconia.

BIO
È nato e risiede a Cagliari. Già insegnante e giornalista pubblicista, è uno scrittore per ragazzi che ha pubblicato oltre quaranta titoli per le maggiori case editrici nazionali, diversi dei quali tradotti all’estero, vincendo nel 2019 il prestigioso Premio Andersen col romanzo Ali Nere, “miglior romanzo italiano per ragazzi dai 9 ai 12 anni”. Da diverso tempo si dedica anche alla fotografia, occupandosi in particolar modo di street photography.


PAOLO MELIS
Arrivi e Partenze
Tempo non ce n'è. ... Le nostre abitudini quindi vanno cambiate. Vanno cambiate ora. … Io resto a casa”
E la costrizione diventa moltiplicazione. Il silenzio porta nuove e inaspettate convivenze. Finché arriva il momento di ripartire.

BIO
Nato a Cagliari nel 1980. Tecnico per formazione si approccia alla fotografia come autodidatta. Nel 2016 frequenta un corso di fotografia presso l’associazione culturale fotografica Dyaphrama di Oristano, con la quale ha partecipato nel corso degli anni a diversi workshop e contest. Prosegue il suo percorso formativo e creativo nei campi della fotografia di reportage, sportiva e concettuale.


ELISA MOCCI
Caos Ordinato
Il mio progetto parla della profondità invisibile, quella che si nasconde e non ha il coraggio di uscire per timidezza, per riservatezza, per timore di non essere compresi. Si tratta di un progetto personale che segue un viaggio interiore in corso da diversi anni, con l’intenzione di sentirsi libero e condiviso. Le forme si alternano, si mescolano, urlano emozioni contrastanti o si legano grazie ai colori, senza offrire una percezione completa di ciò che accade. Si tratta di impressioni: il colore è vago, ricco di pennellate diverse, più decise o più dubbiose, più forti o più deboli; si tratta di altri mondi: creature interiori si agitano negli spazi cromatici, assumono sembianze metaforiche trascinando lo sguardo verso forme surreali…

BIO
31 anni, laureata in Studi umanistici: «Nel mio percorso ho sempre cercato di costruire legami interdisciplinari e uno di questi ha a che fare con la fotografia. Ho imparato ad ascoltare le cose ancora prima di vederle». Il regalo della reflex da parte di mio padre e il corso di fotografia, organizzato dall’Associazione Dyaphrama di Oristano, nel 2019, hanno accelerato la voglia di sperimentare. «Tenere in mano la macchina fotografica diventa un lavoro introspettivo, un gesto poetico. In tutti gli scatti c’è una parte di me».


ISABELLA MUZZU
Diario delle mie estati felici
Diario delle mie estati felici è un insieme di racconti di anni spensierati.
Il risveglio all’alba col canto del gallo
Le ombre calme del mattino e gli alberi agitati nei pomeriggi ventosi
La luce intensa del mezzogiorno che si avvicina
Il silenzio delle ore più calde quando tutto si ferma
I colori dei posti dove non mi stanco mai di tornare
La bicicletta che corre lungo le strade deserte
Le voci nascoste di chi aspetta il fresco della sera per uscire di casa
Il ritmo dell’irrigatore che rinfresca i campi assolati
Il canto delle cicale di giorno e quello dei grilli la notte
I tramonti al lago nella tranquillità della sera
Diario delle mie estati felici è un tempo passato che vive solo nei ricordi e resta custodito nei luoghi resi speciali da chi li ha abitati…

BIO
È nata a Tempio Pausania. Diplomata al Liceo Linguistico, decide di seguire la passione per l’arte intraprendendo gli studi grafici all’Accademia di Belle Arti di Sassari, dove conclude il triennio nel 2015. Prosegue gli studi completando, nel 2018, il biennio specialistico in Grafica d’arte e progettazione. Pur frequentando diverse discipline artistiche, ritrova nella fotografia, nell’illustrazione e nel design grafico i propri strumenti ideali di comunicazione. Attualmente vive e lavora in Sardegna, se possibile, mai troppo lontano dal mare.


MARCO NAVONE
Pandemia
E fu lockdown. Ci trovammo in una situazione surreale. Fu allora che mi venne improvvisa la voglia di documentare un accadimento storico, con un reportage suggerito dall’emozione del momento, in pellicola, in bianco e nero, nei luoghi emblematici di questo periodo: i supermercati, la scuola, il deserto delle strade, le piazze, con le poche persone timorose della prossimità. Mentre il privato delle abitazioni si riempiva di solitudine l’erba cresceva tra le fughe dei lastroni dei viali non più praticati. E il vuoto generale riempiva gli occhi di una strana e definitiva inquietudine.

BIO
Riceve la prima reflex a 18 anni. Appassionato del medium bizzarro, durante gli studi universitari lavora alla realizzazione di mostre fotografiche a tema storico e si laurea con una tesi sull’immagine della Grande Guerra. Ha realizzato lavori di documentazione e cronaca, pubblicando in quotidiani, periodici e riviste. Come organizzatore ha promosso il festival della fotografia “Storie di un attimo”, che si svolge da dieci anni ad Olbia. Suoi lavori sono stati pubblicati in diversi volumi. Ha partecipato ad un lavoro collettivo sulla tessitura ad Aggius.


MATTEO ORANI
A Caption is not Enough
Nel 2020, in varie cittá del mondo, e maggiormente negli Stati Uniti d’America, lo spazio pubblico é stato attraversato da una fortissima ondata di protesta che, a partire dalle rivendicazione del movimento BLM in seguito all’omicidio di George Floyd, ha rimesso in discussione i numerosi monumenti commemorativi presenti nelle piazze. Queste azioni di protesta, che hanno fortemente diviso l’opinione pubblica, hanno rimesso al centro del dibattito pubblico l’idea secondo cui lo spazio pubblico non é un luogo neutro, ma bensí un luogo dove statue, monumenti, architetture e odonomastica formano i dispositivi attraverso cui una classe al potere - di qualunque schieramento politico faccia parte - produce un’ideologia. Talvolta questi monumenti non appartengono all’epoca in cui i personaggi celebrati hanno vissuto, ed esprimono soltanto l’immaginario che una data amministrazione vuole oggettivare sul proprio presente.

BIO
Nato a Cagliari nel 1993. Laurea triennale in Grafica d’Arte all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 2015 periodo di formazione all’Accademia di Belle Arti di Atene. Nel 2018 partecipa alla mostra collettiva “On the edge of precariousness”, al Fotopub Festival di Novo Mesto (Slovenia). Nello stesso anno insieme a Dario Sanna, Ambra Iride Sechi e Alessandra Sarritzu co-fonda il collettivo artistico Transhumanza. Nutre forte interesse nel mixare diversi linguaggi artistici. Attualmente studia e lavora fra Urbino e Quartu Sant’Elena.


GIUSEPPE ORTU
O’ NIRIKO: forza e bellezza
Progetto di fotografia fine art che mi riporta ai sogni e alla sfera dell’immaginario e del visionario. Una fotografia surreale che trascende il reale e tocca la dimensione fantastica, onirica da cui deriva il titolo O’niriko. Ho realizzato 6 still life con 3 fiori: KALO’S, ALLIUM e SPINARSA che danno il nome alle opere. Ho voluto rappresentare situazioni che prescindono dalle leggi naturali e assumono un altro significato da quello ordinario. Il fiore che con la sua bellezza penetra con forza la pietra mi riporta ad un mondo fantastico e di fantasia. Linee flessuose ed eleganti che fluttuano nell’aria mentre il fiore con la sua morbidezza penetra la materia attraversando vetro, metallo e legno...

BIO
Nato a Ozieri, studia all’Istituto Europeo di Design di Cagliari, specializzandosi in fotografia commerciale per le aziende. Ha collaborato come fotografo per “La Nuova Sardegna” di Olbia, e seguito con interesse la fotografia pubblicitaria, quella di ricerca e fine art. Nel 2001 fonda lo Studio Visionare: un’agenzia fotogiornalistica che lavora nel campo della pubblicità specializzata nella fotografia di food & beverage. Nel 2019 crea “Le Bon Gustò”, rivista trimestrale sia digitale che cartacea, che racconta storie di eccellenze e personalità in Sardegna.


IGINO PANZINO
Realtà Aumentata
“Realtà aumentata” è il titolo della mostra che comprende un nucleo di opere realizzate da Igino Panzino negli ultimi 3 anni, lavori ottenuti rielaborando scatti fotografici di diversa natura, in certi casi di particolari, tratti dal suo archivio, scomposti in tessere che vengono ricomposte e posizionate su diversi piani. Si tratta di lavori di impianto metalinguistico per parlare dei quali si è pensato di coinvolgere una pluralità di opinioni. È stata richiesta la collaborazione di fotografi, curatori, professori di estetica e di storia dell’arte, artisti... [dal testo in catalogo di Anna Oggiano]

BIO
È nato a Sassari nel 1950. Ha insegnato dal 1969 al 2002 nel Liceo artistico di Cagliari e negli Istituti d’Arte di Sassari, Alghero, Valenza Po e Roma. Svolge dal 1972 un’attività espositiva e di ricerca che lo ha visto partecipare a numerose mostre personali e collettive, in spazi pubblici e privati, in Italia ed all’estero. Ultimamente si sta occupando di fotografia.


GUIDO PEGNA
Capo Sandalo a Carloforte
Due parole su queste immagini. Esso sono state realizzate in questi ultimi mesi con tecniche dell’era “pre sali d’argento”, sperimentate dalla metà dell’800 e poi cadute in disuso, sopraffatte dai risultati molto più facili da ottenere con le carte al bromuro o al cloruro d’argento. Queste immagini sono ottenute sensibilizzando con opportune formulazioni di soluzioni sostanzialmente a base di sali ferro normale carta da disegno di alta qualità. I trattamenti successivi sono vari, i risultati non sempre prevedibili, ma le possibilità creative infinite. Arrivare a dominare l’intero processo è un lavoro di grande pazienza e costanza. Le negative di partenza sono del formato dell’immagine definitiva, in questo caso A4.

BIO
Vive a Cagliari. Attualmente docente universitario. Molti anni fa, prima di intraprendere la    carriera universitaria, fotografo. Particolarmente interessato allo sviluppo di tutti gli aspetti scientifici e tecnici della produzione di immagini. È stato il primo in Italia a generare ologrammi, poco dopo l’annuncio del Premio Nobel a Denis Gabor.


STEFANO PIA
Non è l’America
Quelli della mia generazione, ma anche tanti di quelli che appartengono alle successive, sono cresciuti accompagnati dall’immagine mitizzata dagli stereotipi hollywoodiani del far west. Luoghi selvaggi, dove la vita era regolata da norme semplici che spesso si riducevano nel nostro immaginario, alla velocità con cui una pistola veniva estratta dalla fondina. Il tutto contornato di spazi, quantomeno per noi europei, immensi, per lo più semidesertici, popolati di spine, pietre e cavalli selvaggi. Sull’onda di queste suggestioni può capitare di ritrovare parte di questi sogni adolescenziali anche a pochi passi da casa. Anche qui, nelle campagne nostrane possiamo trovare pietre e cavalli e la scarsa densità di popolazione della Marmilla in provincia di Oristano, amplifica gli spazi dove allevatori gestiscono piccole aziende agricole nei pressi di Mogoro.

BIO
È nato nel 1978 e vive a Mogoro. Ha una lunga lista di partecipazioni a mostre personali e collettive in Sardegna e nel resto d’Italia. È l’ideatore del Bìfoto (Festival Internazionale della Fotografia in Sardegna) e dal 2011 insieme all’amico e fotografo Vittorio Cannas ne cura la direzione artistica. Nel 2017 entra fa parte del collettivo italiano di street photography “The Strippers”. Ad aprile dello stesso anno pubblica il suo primo libro dal titolo Kilometro Zero. Nel 2021 manda in stampa la raccolta fotografica Non è l’America.


ERNST H. PIRAS
Riflessi della Casa
La serie Riflessi della Casa è costituita da istantanee, catturate dall'osservazione di superfici riflettenti all'interno dell'abitazione, e sono il frutto di una singola esposizione con una post-produzione limitata allo sviluppo dei file RAW.
Vetri e cristalli si animano e consegnano scene di una realtà separata e moltiplicata da livelli trasparenti sovrapposti. Il mondo noto della casa è avvolto da una nuova luce che proietta una complessità esaltata dai riflessi di un angolo di ripresa inusuale. Quanta molteplicità si cela nelle superfici degli oggetti che restituiscono istanti di vita quotidiana registrati dall'azione della fotocamera. Il noto si trasforma e si fonde in un'altra dimensione.

BIO
Fotografo amatoriale che inizia a sviluppare il proprio stile divenendo socio nel 2012 di AssoPhoto, Associazione Culturale Fotografica di Oristano, grazie alla quale frequenta i primi workshop, tenuti tra gli altri Donatella Pollini, Gianluca Vassallo e Sandro Iovine e collabora alla realizzazione di progetti fotografici.
Nel 2017 entra nella Community “IO FOTOGRAFO” di Ivana Sunjic dove ora collabora, dopo aver frequentato corsi e workshops con docenti della Nikon School, tra i quali Mimmo Basile, Alessandro Vargiu, Elisabetta Rosso e Francesco Francia. Attualmente studia nella Fine Art Photo Academy di Luca Vehr. Espone i suoi progetti nelle edizioni di A.BANDA 2016, 2017, 2020. Partecipa a esposizioni collettive tra le quali: Mostra Fotografica di Io Fotografo 2018, PHOTO EXPO 2019 e PHOTO EXPO 2020 a cura di Denis Curti.


MATTEO PISPIA
AccAde
AccAde è una indagine volta a catturare il destino crudele, di morte, di tante specie animali e vegetali, analizzando il processo irreversibile di cambiamento di tutto ciò che viene colpito dalle fiamme.

BIO
Sono un fotografo e un realizzatore di diorama. Appassionato d’arte, per un periodo della mia vita mi sono interessato alla street art e ai graffiti. Ho scoperto la fotografia per caso, ma mi ha coinvolto a tal punto da portarmi ad approfondire la formazione prima da autodidatta, poi frequentando vari workshop incentrati prevalentemente sul progetto fotografico e su come raccontare una storia. Per me la fotografia è come il sale: conserva e trasforma al tempo stesso. Per questo sono affascinato dalla geometria, dalle forme, dalla materia delle cose e di come la fotografia riesce a rappresentarle e farle percepire. Il processo per la creazione di un progetto per me parte da una ricerca approfondita dell’argomento e da un’attenta documentazione.


FRANCO PULGA
Antichi Mestieri
Il progetto “Antichi mestieri” nasce a Neoneli nel 2014. Nel racconto fotografico “L’aratura nella vigna”, ho voluto rappresentare come nei tempi moderni ci sia ancora un padre con il desiderio di insegnare un antico mestiere al giovane figlio. La proposta è quella di mostrare il rapporto di fiducia e complicità instaurato tra uomo e cavallo nel dissodare con l’aratro la vigna, che va oltre la semplice unione con l’animale: si protrae durante l’interno svolgimento delle mansioni quotidiane.

BIO
Asti 1960, vive a Oristano dal 1989. Odontotecnico, appassionato di fotografia paesaggistica e naturalista.


ASS. PUNTOZERO
Esplorazioni sensoriali territoriali
Puntozero, l'associazione culturale attraverso cui promuoviamo un'idea di fotografia inclusiva attraverso laboratori, workshop e progetti più articolati sviluppati in sinergia con altre realtà culturali della città: attività che sono complementari a quelle di Vetroblu e che spostano nel territorio della didattica non formale alcuni principi che permeano la nostra idea della professione.

BIO
L’Associazione di Promozione Sociale Puntozero, nata come proseguimento delle attività del collettivo Cagliari Stenopeica, trova la sua linea operativa come progetto di Vetroblu, studio di fotografia specializzato nella rappresentazione dell’architettura e del paesaggio. Sviluppa laboratori didattici dedicati a bambini e ragazzi in cui la fotografia gioca il ruolo di strumento di indagine per coltivare lo spirito critico e l’affezione verso i luoghi del quotidiano, le città, il paesaggio. Ha stretto negli anni numerose e continuative collaborazioni con realtà affini.


FRANCESCA RANDI
Wunderkammer Party
Wunderkammer (Camera delle meraviglie) è un'espressione appartenente alla lingua tedesca, usata per indicare particolari ambienti in cui, dal XVI secolo al XVIII secolo, i collezionisti erano soliti conservare raccolte di oggetti straordinari per le loro caratteristiche intrinseche ed esteriori. E’ proprio all’interno di una Wunderkammer che è stata ambientata questa particolare festa in maschera organizzata dal Collezionista, travestito da Minotauro. Ma laddove in passato la Wunderkammer aveva valore di raccogliere opere d’arte, ex voto e oggetti meravigliosi come perle giganti, conchiglie dalle forme strane, stampe rare e antiche, qui invece si incontrano strani personaggi vestiti in modo elegante che a prima vista sembrano far parte della collezione stessa. Un bestiario che ci fissa attraverso orbite vuote e oscure. La Wunderkammer assume valore non più di camera delle meraviglie, ma di camera degli orrori.

BIO
Nel 1999 incontra il mezzo fotografico. Sviluppa uno stile personale, con un immaginario fortemente onirico. L’identità, l’infanzia e l’adolescenza, il paesaggio notturno in bilico tra l’incubo quotidiano e la solitudine esistenziale, l’inconscio, il doppio, la wunderkammer e il perturbante. La sua è una visione fotografica cinematografica e narrativa, che indaga l’universo della psiche, dell’inconscio e del sogno. Un fotografo-sognatore che cerca di svelare l’ombra contenuta in ciascuno di noi. Attualmente vive e lavora a Cagliari come fotografa e insegnante di fotografia.


BARBARA GRAZIA SANNA
Su Battileddu - Caras e Momentos
...Il carnevale in Sardegna impaurisce ed affascina allo stesso tempo, coinvolgendo chi lo osserva. Su Battileddu, maschera di Lula è di grande impatto. Figura tragica, è rappresentazione sia del concetto di capro espiatorio, sia del sacrificio orgiastico d’impronta dionisiaca. Ha il corpo ricoperto di pelli di pecora e montone, sotto le quali viene messo uno stomaco di bue riempito di sangue e porta dei campanacci... È la vittima sacrificale del Carnevale e intorno a lui si muovono maschere dal volto nero che lo aggrediscono più volte fino a ucciderlo; con spilloni e piccoli coltelli bucano lo stomaco del malcapitato, facendo fuoriuscire il sangue dell’animale che andrà a fecondare la terra...

BIO
«La passione della fotografia sin dall’età di 6 anni quando ricevetti la mia prima macchina fotografica, una Polaroid. Da quel momento è stata una continua ricerca di “fermare” ogni attimo importante, istantanee che servissero a mantenere ancor più vivo il ricordo di esperienze, di viaggi, di feste ma anche di luoghi visitati, sempre alla ricerca di punti di vista particolari. Col tempo la passione è cresciuta. Le prove, tante, con le pellicole sino ad arrivare al digitale.La fotografia si unisce alla voglia di parlare con le immagini della Sardegna». Parlare dei paesaggi che la caratterizzano. Parlare della sua tradizione. Parlare del suo folklore. Raccontare un unicum…la Sardegna!"


DARIO SANNA
Out Net
Durante l’inverno a cavallo tra il 2020 e il 2021, le lavoratrici della Yoox, piattaforma digitale italiana leader nel mondo della fast fashion, hanno messo in campo diverse giornate di sciopero per reclamare migliori condizioni di lavoro in quanto lavoratrici e in quanto donne- madri. Gli scioperi sono stati eseguiti in diverse forme tra cui il blocco fisico dei magazzini e dei camion merci. Questa pratica si è rivelata un modo efficace per mettere in discussione un sistema di produzione complesso e in costante diffusione, capace di produrre costantemente senza mai fermarsi, attraverso una rete che ha le sue infrastrutture nel mondo digitale e nel settore della logistica...

BIO
Nato a Olbia nel 1996 è originario di Siniscola. Dal 2015 frequenta il corso triennale di scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ora segue il biennio specialistico. Dal 2018 è co-fondatore del collettivo Transhumanza, progetto nomade nato dall’esigenza di mettere in relazione la ricerca artistica contemporanea con le aree rurali della Sardegna. Tra il 2020 e il 2021 collabora con il collettivo Into The Black Box in diversi progetti. Nel 2021 frequenta l’École supérieure d’art & de design Marseille-Méditerranée (programma Erasmus+).


SIMONA SANNA
Poiesis
Il progetto nasce dal felice connubio artistico tra le mie fotografie in bianco e nero, simboliche, emozionali, più allusive che descrittive, e gli haiku del poeta e amico Maurizio Iodice. Gli haiku sono componimenti poetici nati in Giappone nel XVII secolo e tipicamente composti da soli 3 versi. Qualche anno fa avevamo notato che le due forme artistiche potevano dialogare arricchendosi reciprocamente e per questo, recentemente, abbiamo ripreso quel filo interrotto per dar vita a una serie di poesie visuali dove "Poiesis", dal greco ποίησις, sta a sottolineare l'atto creativo e potente che può scaturire dall'incontro tra le immagini e le parole.

BIO
È nata a Cagliari. Fotografa freelance, si interessa al legame tra la fotografia e la psicologia. Specializzata a Roma in “Fototerapia e fotografia terapeutica” per l’utilizzo della fotografia in ambito socio-educativo, si occupa di fotografia introspettiva, espressiva e artistica. Ha esposto in mostre collettive e personali, è docente di tecnica, composizione e linguaggio fotografico in Istituti pubblici e privati.


ALESSANDRA SARRITZU
The Black Paradise
L’opera nasce con l’intento di creare una riflessione sull’ambivalenza che alcuni luoghi suscitano: le isole, per esempio, rappresentano nell’immaginario comune dei luoghi utopici, privi di drammi e di ansie, in cui lontani dal resto del mondo possiamo concentrarci solo su ciò che per noi è importante. Luoghi che evocano immagini, storie e desideri, e che appaiono come un approdo pacifico, un rifugio o una meta desiderata ma che svelano anche drammatici avvenimenti, parlano infatti di morti, di malformazioni e di violenza. Si tratta di terre che le grandi nazioni della storia hanno individuato come colonie da poter sfruttare e martoriare e in cui poter violare i diritti internazionali e innescare catastrofi ecologiche. Come quelle piccole isole del Pacifico, anche la Sardegna, è stata scelta dagli Stati Uniti come luogo per condurre test missilistici, sperimentare la potenza di armi tecnologicamente avanzate e per lo smaltimento di bombe e munizioni obsolete.

BIO
Cagliari 1991. Vive e lavora tra Bologna e la Sardegna. Si laurea in Decorazione Arte e Ambiente (2015) e in Arti Visive (2018) all’Accademia di Belle Arti di Bologna dopo un periodo all’UPV di Valencia (2014). Co-fonda SottoSuolo, artist run space a Bologna e fa parte del collettivo Transhumanza, che nasce dall’esigenza di creare una connessione tra la ricerca artistica contemporanea e le zone rurali della Sardegna. Le sue opere nascono spesso dal recupero di materiale d’archivio, personale o esterno, e si sviluppano attraverso vari linguaggi come la fotografia, la cianotipia, il suono e le installazioni. Partecipa a numerose esposizioni e residenze artistiche.


REBECCA SCINTU
Life After Death
Life After Death è un progetto di nove fotografie concettuali, realizzato nel 2021, che racconta le fasi di elaborazione del lutto.
All’età di 24 anni, Alessandro perde suo padre dopo una lunga malattia. La sua vita cambia radicalmente, non è più la stessa. Si fa carico della famiglia e non racconta a nessuno quello che prova.
Tutto assume un significato diverso dopo la sua perdita. Il mondo non sembra più lo stesso: i luoghi che frequentava, cari anche al genitore, sono cupi, grigi, malinconici. In una serie di nove fotografie concettuali in bianco e nero, ho raccontato la vita di Alessandro dopo la morte del padre attraverso le fasi di elaborazione del lutto (negazione, rabbia, contrattazione, depressione, accettazione).

BIO
Nata a Oristano nel 1993. Si avvicina al mondo della fotografia nel 2019. Ha frequentato alcuni corsi de La Bottega della Luce ed è laureanda in Scienze della Produzione Multimediale all’Università degli Studi di Cagliari. Ha lavorato come fotografa di scena per il film di Salvatore Mereu “Bentu”, ha realizzato dei prodotti audiovisivi per gli alunni della Scuola Secondaria di II grado di Cagliari e ha partecipato a numerosi festival cinematografici e non come Pazza Idea Festival, Premio Solinas, Carbonia Film Festival, Babel Festival.


MBRA IRIDE SECHI
Buono Lavoro
I voucher - o Buono Lavoro - sono uno strumento di retribuzione per prestazioni occasionali introdotto in Italia dalla legge Biagi-Maroni nel 2003 con l’obbiettivo di far emergere il lavoro sommerso nelle categorie di impiego più a rischio. Emblema della flessibilità, i voucher sono stati spesso utilizzati impropriamente per dissimulare il lavoro nero e mascherare il lavoro subordinato, diventando schermo di una regolarità solo apparente. Nessun contratto, nessun dovere, nessun diritto al di fuori di quella singola ora di lavoro dichiarata da un voucher. Ho cercato di riappropriarmi del mio tempo, servendomi della luce per analizzare e sabotare questi documenti tramite tecniche off-camera come fotogramma e lumen print. Ciò che resta è una testimonianza evanescente degli impieghi passati, l’impronta di una realtà precaria e chimicamente instabile, come la forzatura di un’immagine latente, destinata a consumarsi fino a sparire.

BIO
(Las Plassas, 1992) è fotografa e artista visiva. La sua ricerca, legata all’ambiente contemporaneo, si concentra su temi come la memoria, il folklore, l’identità e le relazioni sociali. È co-fondatrice di Transhumanza, collettivo artistico nato dal desiderio di creare una connessione tra la ricerca artistica contemporanea e le zone rurali della Sardegna. Dopo la formazione presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, vive tra la Sardegna e Marsiglia (FR) dove porta a termine gli studi presso l’École supérieure d’art et de design Marseille-Méditerranée.


FEDERICO SERRA
Baini Luci e Vedute
«Prendi un angolo del tuo paese / e fallo sacro, / vai a fargli visita prima di partire / e quanto torni. / Stai molto di più all’aria aperta. / Ascolta un anziano, lascia che parli della sua vita. / Leggi poesie ad alta voce. / Esprimi ammirazione per qualcuno. / Esci all’alba ogni tanto. / Passa un po’ di tempo vicino ad un animale, / prova a sentire il mondo / con gli occhi di una mosca, / con le zampe di un cane». Questa poesia di Franco Arminio racchiude il senso pieno del progetto “Bàini, luci e vedute”. Il racconto, per immagini, della dimensione intima di una scelta: quella di restare a vivere in un paese. In un paese dell’interno. In un paese dell’interno di un’isola. Un po’ esercizio di resistenza. Un po’ esperienza mistica.

BIO
Lavora come tecnico informatico e vive in Alta-Marmilla, fra Assolo e Villa Verde (Baini). Fotografo per passione trasmessa dal padre che usava una Minolta srT101 e con la quale ha appreso i primi rudimenti. Predilige la fotografia naturalistisca e paesaggistisca, ma ogni tanto sperimenta e sconfina in altri generi    e linguaggi fotografici.


MARIO SOLLAI
Mercoledì delle Ceneri
In una ristretta zona della Barbagia, soprattutto a Ovodda si celebra il profano Mercoledì delle Ceneri, epilogo del Carnevale, in barba all’inizio dei riti della Quaresima. Alle maschere tradizionali si sovrappongono e si miscelano abiti e soprattutto accessori di ogni genere, “animati e inanimati”. I visi sono obbligatoriamente tinti di nero. Il ritmo dei campanacci, frastuoni vari, musica e balli, vino e allegria accompagnano il singolo o i vari gruppi nella via principale del paese. Disordine cosmico... La calma ritorna dopo aver sbeffeggiato, bruciato e buttato, ancora in fiamme, giù dal ponte il Don Conte, l’enorme e volgare fantoccio che rappresenta il tiranno di turno.

BIO
Monserratino, professionista dal 1981. Inizialmente si occupa solo di fotografia per privati, ma presto nuovi interessi e una grande passione lo spingono verso altri sbocchi professionali fino ad approdare, dopo l’affinamento all’Istituto Europeo di Design, alla fotografia pubblicitaria. Parallelamente intraprende un lavoro di ricerca sulle suggestioni dell’identità, sul paesaggio, sulle tradizioni e antichi riti della Sardegna col tentativo di penetrare nei loro indissoluti e antichissimi misteri e significati e catturare quanto di essi è sopravvissuto nel corso dei secoli.


LUCA SPANO
Il Perimetro del Tempo
Il Perimetro del Tempo esplora l’insieme di cultura surreale, sentimento anarchico e unicità storica del paesaggio contemporaneo dell’isola di Sardegna. Il progetto è iniziato nel 2021, riscoprendo il territorio dove sono cresciuto, dopo 20 anni di vita al di fuori dei suoi confini. Il lavoro contiene quindi una nota biografica di ricostruzione identitaria attraverso la dicotomia di un familiare esotico.


BIO
Artista visuale. Si è formato tra Europa e Stati Uniti, studiando alla Sapienza di Roma, alla London College of Communication a Londra e alla Cornell University a Ithaca (USA). Ha insegnato antropologia, arte e fotografia in Italia e Stati Uniti, è stato co-direttore dell’agenzia OnOff Picture a Roma, co-direttore dell’organizzazione NYC Creative Salon a New York, collabora con l’associazione SuPalatu ed è il creatore di OCCHIO LAB. Ha esposto in musei, gallerie e festivals. Suoi lavori sono inclusi in collezioni internazionali.


SVEVA TAVERNA
Diario dal Supramonte
Invitata ad esporre “Arraicas” (Radici) presso la Galleria Baco about photographs a Palermo, nel 2019 ho realizzato il “Diario dal Supramonte”, degli appunti di viaggio su ciò che è rimasto intorno a me, dopo che la mia famiglia d’origine, sarda per parte materna, si è andata sempre più restringendo. Il territorio del Supramonte vissuto attraverso l’esperienza personale e i racconti dei miei zii, che ci sono nati e cresciuti e con cui hanno una profonda interconnessione, è diventato metafora del carattere che ha generato e plasmato la mia famiglia. Proprio dalla consapevolezza che il mondo pastorale, che avevo avuto modo di osservare fin da bambina, sarebbe scomparso, era nato “Arraicas”, lavoro decennale che segue il solco delle riflessioni di Pier Paolo Pasolini sul mondo contadino e sul mito.

BIO
Laureata in Lettere, con indirizzo Storia dell’arte. Ha lavorato come fotografa di scena per il Teatro Palladium. Nel 2008 la sua prima personale, Radici, al FotoGrafia Festival Internazionale di Roma. Nel 2009 viene scelta da Cristiana Collu per la mostra Sardegna. Un altro pianeta, promossa dalla Regione Sardegna. Nel 2019 Arraicas (Radici) viene esposta presso la galleria Baco about photographs a Palermo. Ha collaborato con il fotografo della Magnum Photos, Paolo Pellegrin. Insegna Storia dell’arte presso Officine fotografiche Roma.


SERA P. THOMSEN
Women Landscape
Questo progetto nasce dall’ intento di ritrarre corpi nudi di donne in contesti naturali, alla ricerca del loro universo espressivo. Decontestualizzo i soggetti, cercando di non caratterizzarli con un contesto specifico, il corpo è così reso libero dalle narrative culturali previe e può giocare a cercare una propria identità. Una parte importante di questi scatti risiede nell’ esplorare costantemente l'interazione libera e non guidata soggetto-natura, alla ricerca di peculiarità soggettive fuori dal mio diretto controllo.

BIO
Fotografa sarda nata nel 1991 da madre danese e padre calabrese, cresciuta in una comunità internazionale che propone un progetto di vita alternativo in una valle del Sarrabus-Gerrei. Attratta dalla fotografia come mezzo di espressione, trova le immagini un modo di comunicazione più diretto delle parole. Formazione artistica alla scuola di Grafica Pubblicitaria di Lecco, prosegue la sua ricerca in diversi continenti, concentrandosi sul tema della femminilità: come la società interpreta culturalmente “difetti“ fisici, canoni e stereotipi del corpo femminile.


FRANCESCA TICCA
Totem
[tò-tem] n.m. invar.
1. (etnol.) presso vari popoli primitivi, elemento naturale considerato lo spirito custode del clan o il suo antenato mitico, e grazie al quale i membri del gruppo si riconoscono parenti; è oggetto di tabù e di culto particolare.
2. (non com.) oggetto a cui un individuo attribuisce superstiziosamente un potere di protezione
(dizionario Garzanti)
La roccia e la montagna sono elementi ricorrenti nel territorio sardo, protagonisti di storie e leggende, acquisendo una serie di significati simbolici in base al contesto storico e territoriale.
Totem racconta lo stretto rapporto dell’uomo con la montagna mettendo in luce elementi simili, schemi costruttivi e comportamentali analoghi in ambienti così diversi.

BIO
Visual designer e fotografa nata a Nuoro nel 1997. Da sempre interessata alla narrazione fotografica, si laurea in Design e Comunicazione Visiva al Politecnico di Torino, dove ha modo di lavorare con le interazioni tra fotografia, grafica, tipografia e video. La sua ricerca si concentra sui rapporti tra ambiente e società, indagando la quotidianità, la psicologia, l’intimità e la disparità di genere.


LAURA TUVERI
Recinti
Naturali, artificiali, culturali…Il recinto, dentro al recinto, fuori dal recinto…Un viaggio per per arrivare “OLTRE”. Con lo sguardo proteso al paesaggio, ai limiti e alle barriere di una parte, piccola, del Sulcis. Un viaggio fra diverse realtà di confine con al centro la città del ‘900 che guarda se stessa per poter oltrepassare i sui stessi limiti.

BIO
Classe 1967, architetto di professione, ha un approccio con la fotografia molto intimo, la definisce poesia che si trasforma in immagine. Predilige il bianco e nero perché trova che si avvicini maggiormente all’idea di introspezione e riflessione, che la fotografia ha per lei. È socia della “Fabbrica Artigiana di Fotografia” con la quale ha portato avanti diversi progetti fotografici. Ha partecipato a svariate collettive e personali, nazionali e internazionali, fra le quali le rassegne fotografiche “A.Banda 2016”,    “A.Banda 2017” e “A.Banda 2020”.


BENITO URGU
Water Memory
L’elemento acqua per natura è cangiante, mobile, specchio di riflessione. Esso richiama alla mente il proverbiale “panta rei” di Eraclito ma anche l’incantevole laghetto di ninfee di Claude Monet a Giverny. Per comprendere il processo e le motivazioni che hanno dato luogo alle opere fotografiche di Benito è bene fare un altro ragionamento. Il ricercatore Masaru Emoto con i suoi studi rivolti agli stati fisici dell’acqua ha dimostrato lo stretto rapporto energetico-emozionale che intercorre tra noi e questo elemento... L’astrazione e l’attivazione dei processi percettivi che portano alla pareidolia, sono gli indicatori specifici dell’originale linguaggio di Benito. [dal testo di Ilaria Marongiu]

BIO
Nato a Oristano nel 1939, è un cantante, comico, cabarettista, personaggio televisivo, attore e paroliere. Fra le sue attività rientrano anche quelle di presentatore, di autore di musiche e testi e di attore. Ha lavorato e lavora tuttora con volti noti dello spettacolo. La sua attività non gli ha però impedito di appassionarsi e misurasi con altri linguaggi come la fotografia.


ETS OCCHIO
Marmilla: una storia fantastica
Il progetto è una reinterpretazione del materiale fotografico privato delle famiglie di quattro paesi della Marmilla: Assolo, Gonnosnò, Sini e Usellus. Lo scopo è la creazione partecipata di una narrazione che lavora su aspetti culturali, sociali e fantastici del territorio. Attraverso dei laboratori che hanno coinvolto 8 giovani provenienti dai 4 comuni sardi, e 5 giovani selezionati attraverso bando pubblico su base nazionale, è stata prodotta una installazione fotografica che reinterpreta passato, presente e futuro. Il lavoro prodotto, oltre che essere reso pubblico nella mostra all’interno della rassegna A.Banda 2021, entrerà a far parte dell’archivio nazionale dei Beni Culturali dell’ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione).

BIO
Occhio è un contenitore ibrido di esperienze artistiche e didattica. Uno spazio di confronto, promotore di contatti stabili con professionalità del contesto artistico internazionale. Attraverso la sua attività culturale e formativa, Occhio è al centro del processo di costruzione della comunità artistica, usando come strumenti il dialogo e lo scambio orizzontale. Il team direttivo di OCCHIO è composto da Maurizio Lai, Luca Spano e Alessandro Toscano, professionisti provenienti dal campo artistico, pedagogico e della comunicazione.